Open Menu Close Menu
Il Duomo di Cefalù - Elementare e Complessoagosto 2013
Pubblicazione - agosto 2013

Abstract

L’associazione culturale “Cefalù Città di Ruggiero”, in concomitanza dei festeggiamenti del SS Salvatore e cioè la sera del 2 agosto, ha consegnato il premio Ruggiero II – Edizione 2013, al prof. archeologo Amedeo Tullio, per la quantità di pubblicazioni e ricerche da lui svolte per la città di Cefalù. In questa momento così importante e prima della consegna del premio, Giovanni Biondo, direttore artistico dell’associazione , mi ha chiesto di comunicare una breve relazione sul Duomo di Cefalù. In realtà, per facilitarmi il compitò, Giovanni mi ha dato l’opportunità di studiare un rilievo del Duomo di Cefalù, da lui custodito con molta cura, eseguito da Giuseppe Samonà e pubblicato per la Reale Accademia dello Stato nel 1939.

Perché definire il Duomo di Cefalù “Elementare e Complesso”?
La chiara espressione costruttiva dell’opera, la precisione delle regole sintattiche, la nitida intelligibilità delle operazioni formali, costituiscono una serie di strategie alle quali è affidato il compito di dare armonia e bellezza all’architettura nella sua generalità. Molto spesso si associa a questo principio compositivo il concetto di semplicità. Dobbiamo sottolineare che il semplice possiede la virtù dell’immediatezza, ma lì si conclude. Quest’opera non si esaurisce invece con il passare del tempo, ma bensì, acquista sempre più fascino man mano che si contempla e che si studia. Ritornando quindi al concetto di “Elementare e Complesso”, conviene fare una distinzione tra il semplice e l’elementare. Per fare ciò prendo come riferimento un capitolo dedicato a Mies van der Rohe nel volume “Silenzi eloquenti” di Carlos Martì Arìs, attuando un opportuno scambio tra l’opera del Maestro moderno e il Duomo di Cefalù. Semplice si dice di un pezzo unico: è privo di ingredienti e quindi, di composizione.
L’Elementare, invece, nasce dalla composizione di alcuni elementi secondo regole determinate. Adesso bisognerebbe mettere questi due termini in relazione anche con altri due che di solito si usano, in modo sbagliato, come sinonimi: complicato e complesso, dal momento che neanche il complicato ha nulla a che fare con il complesso. D’altra parte bisogna dire che il complicato è il contrario del semplice, mentre l’elementare, non solo non si oppone al complesso, ma ne costituisce la sua condizione necessaria. Semplicità e complicazione sono due segni opposti, e nessuno dei due riesce a conferire all’oggetto artistico valore estetico; mentre elementarità e complessità costituiscono una coppia concettuale complementare d’importanza capitale per il processo artistico. L’opera d’arte è sempre una costruzione complessa nella quale si riconoscono gli elementi che la formano. Solo con una saggia amministrazione dell’elementare siamo in condizione di ottenere il complesso. Nel Duomo di Cefalù il primo obiettivo è la chiarezza. In quest’opera non esiste alcuna complicazione, bensì una notevole complessità determinata dal fatto che gli elementi sono coordinati in relazione tra loro senza confondersi, e mantengono la propria identità e riconoscibilità durante l’intero processo.
Bibliografia: Silenzi Eloquenti, a cura di Carlos Martì Arìs. Cristian Marinotti Edizioni,
Azzate (Varese) 2007.

 

Articolo completo disponibile nell'allegato PDF