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Ristorante LE TERME2017 - 2019

Abstract

Committente: Ostaria del Duomo s.n.c. Progetto e Direzione dei Lavori: Arch. Salvatore Curcio - Calcoli strutturali: Ing. Fabrizio Piscitello - Coordinatore sicurezza: Ing. Angelo Castiglione - Lavori edili: Salvo Marsiglia s.r.l. - Impianti: Donelli Impianti s.r.l. - Strutture in ferro: Giuseppe Arrigo - Strutture in vetro e passarella in acciaio corten e vetro: NeriGlass s.r.l. - Ebanista: Tita Francesco ed Antonino - Fornitura infissi e porte: SEPA Casa di Parasiliti - Insegna: MPGRAFICA - Illuminazione: LOS project. Tempi - Scavi archeologici: 2017 - Progetto: 2017-2018 - Cantiere: 2018 - 2019.

Il ristorante “LE TERME”, realizzato all'interno di un antico complesso termale nel centro storico di Cefalù. 

Il progetto, affidato all’arch. Salvatore Curcio con l'alta sorveglianza della competente Soprintendenza di Palermo, ha previsto il recupero di un antico complesso architettonico nel centro storico di Cefalù (Bagni Cicerone), a ridosso della spiaggia e dell’antica cortina di fortificazione ad ovest della cittadina, precisamente in via Bagni Cicerone, da cui la stessa via prende il nome.

Il complesso è stato oggetto, durante il 2017, di una campagna di scavi archeologici, diretti dalla competente Soprintendenza di Palermo e finanziata dalla ditta proprietaria, che ha fatto riemergere antichi resti significativi, aggiungendo un importante tassello scientifico alla grande memoria storica della città. Il complesso è composto da due locali collegati, l’uno perpendicolare all'altro. L’accesso principale avviene da via Bagni Cicerone, il vano lato mare è munito di un’ampia apertura che dà sulla spiaggia a ridosso della cortina edilizia. Da un punto di vista prettamente architettonico, il vano adiacente e parallelo alla via Bagni Cicerone ha una pianta pressoché rettangolare sovrastato da una volta a sesto acuto. Il vano lato mare si presenta anch’esso con pianta rettangolare ed è sovrastato da una volta a tutto sesto. Nel vano lato strada, con volta a sesto acuto, sono state ritrovate, al di sotto del paramento murario, in posizione speculare, una colonna completa di capitello e un capitello senza colonna.

Nel vano lato mare, con volta a botte, gli scavi hanno fatto riemergere le antiche sospensurae  delle vasche termali e i vani di passaggio degli antichi impianti che ne fornivano l’acqua.

Il progetto di cambio di destinazione d’uso urbanistico si è basato su un concetto semplice e cioè inserire delle strutture leggere in acciaio e vetro all’interno dei locali, senza intaccarne i paramenti murari esistenti. Ciò si è realizzato solo dopo aver eseguito le opere di recupero e restauro architettonico, quindi, il tutto è stato installato a mo’ di arredo. Si è previsto un pavimento galleggiante sotto il quale sono stati inseriti i vari impianti (idrico, elettrico, climatizzazione e trattamento d’aria).

Il progetto ha avuto un ruolo significativo in tutto il processo di recupero, rispondendo a tutte le esigenze, compresi gli imprevisti sorti in corso d’opera, sia di carattere tecnico funzionale che estetico.

Nel recupero dei Bagni Cicerone, l’architettura antica si è rinnovata stabilendo un forte rapporto con i modi d'uso della città odierna, non c'è rinnovamento dell'architettura senza questo rapporto. Inoltre progettare una attività contemporanea all'interno di una “rovina” architettonica, suggerisce una visione profonda del concetto stesso di architettura: la rovina è un edificio che perdendo ha acquistato in universalità, perdendo tutto ciò che la rendeva adeguata a rispondere a dei compiti legati a una società, a dei costumi, a dei riti, perdendo tutto questo la rovina assume la capacità di offrire una chiave di interpretazione e di visione universale.

L’idea di universalità della rovina permette di leggere i caratteri autentici dell’architettura, stimolando altre visioni progettuali e contenuti contemporanei, rendendola feconda con la sua riammissione nel circuito dell'esistenza della vita. Proprio perché la rovina è sopravvissuta all'eclissi delle civiltà e dei modi d’uso di antiche società, esprime tutta la sua potenza di coinvolgimento, spingendoci a pensare e ad immaginare nuovi destini per quella forma, non specifici di quella rovina, ma nuovi contenuti che assumendo i connotati di quella forma, si carichino di nuovi significati che poi dovranno fatalmente perdere per diventare nuove rovine, un ciclo destinato a non terminare mai.

Il progetto del ristorante “Le Teme” nel 2021 ha avuto una Menzione d’Onore al concorso nazionale CarlottaxArchitettura, sezione interni e/o di design, promosso dalla Fondazione degli Architetti di Catania, dagli Ordini degli Architetti di Catania, Bologna e Siracusa.

Foto: Giuseppe Lo Presti - Vincenzo Di Stefano